V di QUARESIMA - 26 marzo

a cura di don Giuseppe

Dal Vangelo di Giovanni 11,38-40

Gesù, commosso profondamente, si recò al sepolcro. Disse: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?».

 

Gesù insinua nel cuore di chi gli è amico una fiduciosa certezza: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. Egli piange con noi, non è estraneo al nostro dolore, sperimenta in sé il nostro limite e, mentre sta per essere consegnato alla morte, vuole mostrare il suo potere su di essa. Strappando Lazzaro dalla presa della morte, egli risveglia anche la nostra fede: chi crede in lui non morirà in eterno. Gesù è il Vivente e freme dal desiderio di donarci la sua vita.

 

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato; mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia, perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre (dal Salmo 29).

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