LA NOSTRA SIA UNA SINCERA E AUTENTICA PREGHIERA

a cura di don Giuseppe

Santo Natale 2022

Carissime sorelle e carissimi fratelli in Cristo,

l’apostolo Paolo ha scritto: «Noi non sappiamo che cosa sia conveniente domandare»? (Rm 8, 26).

Forse, nel frangente storico che stiamo vivendo, possiamo aver pensato proprio questo: cosa serve la preghiera? Che cosa chiedere nella preghiera?

Stiamo vivendo le conseguenze della pandemia che è ancora ben presente nella nostra quotidianità: ci siamo divisi, contrapposti, giudicati, insultati… chi, nel primo periodo della quarantena di massa, era ben sicuro che l’umanità ne sarebbe uscita migliore, adesso tace… non sa cosa dire… E che dire della solidarietà “dai balconi” delle case, dei palazzi… non si canta più… chissà se ci si scambia ancora qualche fetta di dolce fra condomini… se ci si mette a disposizione dei più fragili per fare la spesa o per le piccole commissioni… per questo benedico gli organismi di partecipazione: Assemblea Comunitaria, Consiglio Pastorale, Consigli per gli Affari Economici… dove chi partecipa, lo fa attivamente esprimendo il senso di comunità che ci fa tanto bene… benedico il Comitato e i volontari della Sagra di Sant’Eufemia, il Direttivo e i volontari del Centro Ricreativo Borghetto, il Comitato San Massimo e i diversi volontari che, con fedeltà e ingegno, non si tirano mai indietro quando c’è da fare qualcosa, nonostante critiche, con il solo compenso di aggiungere un po’ di grano buono al Regno dei cieli promuovendo la sana e cristiana aggregazione fra le persone. E benedico la Bocciofila “La Pisana” che, con dispiacere, di fronte ad ineluttabili limitazioni ha dovuto lasciare Abbazia dopo oltre quarant’anni di presenza.

Non parliamo delle chiese, sempre più vuote e soprattutto sempre più orfane delle voci dei bimbi e delle giovani famiglie… una domanda me la pongo ormai da tempo: ma abbiamo fatto proprio così male nelle parrocchie e alle persone? Ci si accalca nei centri commerciali ormai incuranti anche della ben minima attenzione e si ha paura di entrare nelle chiese… per questo benedico chi si sta impegnando per continuare ad offrire liturgie curate e significative a chi davvero cerca un senso al credere in questi giorni fragili e, talvolta, bui. Benedico i lettori che si preparano con cura e proclamano con stile la Parola di Dio… benedico i ministri che con responsabilità e attenzione hanno ricominciato quasi subito a portare la comunione ai malati e agli anziani nelle case… benedico la Corale Don Bosco, il Coro (interparrocchiale) Giovani e i cantori di Abbazia che dimostrano sensibilità per il canto che aiuti davvero le persone a pregare… benedico i sacristi e le donne delle pulizie sempre disponibili e fattivi senza i quali sarebbe davvero impossibile trovare chiese pulite, igienizzate (quanto hanno pulito durante il primo anno di pandemia!) e accoglienti… benedico i volontari dell’accoglienza che hanno svolto con educazione e premura il loro servizio durante i mesi del “protocollo sanitario” e chi, tra loro, sta continuando a farlo, perché anche con la semplice presenza fa capire alle persone che sono attese e accolte… benedico i chierichetti, un autentico resto d’Israele rispetto ai cinquanta pre-pandemia, che testimoniano il valore del servizio ai loro coetanei…

E i nostri bambini e ragazzi? Si pretendono interventi per arginare il bullismo e il teppismo ma non ci si interroga sul malessere profondo che essi dimostrano… per questo benedico l’opera degli educatori dell’Azione Cattolica, dei volontari dello Sporting 88 e dei volontari dei Circoli NOI che, nel loro piccolo, con passione e convinzione, propongono e realizzano spazi di amicizia e di cordialità fra gli aderenti e anche con le famiglie. Benedico l’impegno costante e creativo delle catechiste che, nonostante critiche e indifferenze, offrono ai nostri bambini e ragazzi momenti di riflessione e preghiera perché prendano coscienza del loro intimo rapporto con il Signore e dei desideri profondi di vita e di felicità che li abitano… tutte cose che nessun smartphone o TV “on demand” potrà mai soddisfare. E spiace non trovare giovani disposti a spendere un po’ di tempo e di energie per gli adolescenti orfani ormai da alcuni anni di una proposta cristiana seria e di uno spazio di amicizia e incontro fra di loro, oltre lo schermo del telefono o i messaggi di Whatsapp e degli altri social.

E allora… cosa chiedo nella preghiera in questo Natale per questa comunità di Abbazie e Borghetto? Non nascondendo un senso di smarrimento per le difficoltà che incontro nel portare avanti quel poco che riusciamo a fare, chiedo al Signore che continui ad infondere nei cuori di tutti la voglia di fare e di essere nella comunità cristiana trovando in essa quella perla preziosa e quel tesoro nascosto nel campo che tanto cerchiamo sulle strade della vita, a volte totalmente sbagliate proprio perché ci sembra di essere soli in un mare troppo vasto per le nostre capacità.

Il nostro è un tempo di transumanza pastorale, come l’ha chiamata il cardinale Semeraro… un tempo in cui siamo chiamati a continuare il cammino verso una meta che è ben nota e davanti a noi… un tempo nel quale nutrirsi di ciò che si trova lungo la strada, come fanno le greggi, dove a volte l’erba è più tenera e saporita, altre volte più stopposa e amara… ma intanto ci si nutre e si va avanti!

Il Natale ci ricorda proprio questo: Lui c’è! E ha ben saldo il timone della barca della vita umana. Cerchiamolo. Ascoltiamolo. Seguiamolo. Non ci delude nonostante ogni vento contrario, lui non molla la presa. Cerchiamo di farlo anche noi.

Buon cammino, cara comunità di Abbazia e Borghetto! Se ci pare che la Parola di Dio si sia fatta rara in questo tempo, non disperiamo. Anche nel nuovo anno ci farà conoscere il suo progetto e udiremo la sua voce.

Auguri. Di cuore. Un abbraccio.

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