XXVII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 4 ottobre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Filippesi 4,6 - 9

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, e mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

 

Paolo sta per concludere l’epistola ai Filippesi e fa loro le raccomandazioni finali. Innanzitutto, occorre difenderci dalle ‘angustie’. Sono le strettoie che la vita umana impone per tanti motivi e che fanno nascere, dentro e fuori, tali e tante preoccupazioni quotidiane, al punto di far perdere ogni tranquillità. Paolo raccomanda: non preoccupatevi di nulla (v. 6). Il credente ha un chiarissimo metodo evangelico per superare tali miserie: fare di Dio il referente primo delle suppliche, delle orazioni, delle intercessioni, delle azioni di grazie. È un ventaglio prezioso delle forme della preghiera, espresso con un vocabolario di largo respiro e di ricca ispirazione biblica. Basta pensare ai salmi. Chi si fida di Dio e si affida a lui con il continuo esercizio di queste forme di ricorso, dialogo, colloquio filiale avrà in dono la pace (v. 7). La pace “che sorpassa e supera ogni intelligenza”, vale a dire ogni concezione, progetto o iniziativa di pace umana. Già, perché la sorgente della vera pace è Dio stesso: il Padre che ha mandato nel mondo il suo Figlio, Gesù Cristo, “nostra pace”.

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