XXIV DOMENICA "PER ANNUM" . 16 settembre 2018

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: Giacomo 2,14-18

Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.

 

C’è una preoccupazione centrale in Giacomo: quella della frattura che oppone da una parte la parola di Dio ascoltata e la fede proclamata, dall’altra la vita quotidiana. È una frattura che non solo impedisce di conseguire la salvezza (v.14), ma produce morte mentre illude del contrario.

Il brano da alcuni è stato letto in antesi alla teologia paolina della salvezza per mezzo della sola fede. In realtà è più corretto leggere le vigorose affermazioni di Giacomo come richiamo a coloro che, radicalizzando le parole di Dio si esaurisse in un’adesione interiore a lui. La fede autentica, al contrario, non può manifestarsi in gesti d’amore, che attuano l’obbedienza alla parola del Signore. altrimenti la fede risulta inefficace, fasulla: un’illusione (v.17). Allo stesso modo, sarebbe inesistente – se non beffardo – un amore affermato parole che non prestasse aiuto concreto alla persona amata (vv. 15s.). qui Giacomo è in linea con la parabola del giudizio racconta dall’evangelista Matteo (cfr. Mt 25,31-46): vengono riconosciuti seguaci di Gesù coloro che, pur senza avere fede esplicita nella sua presenza, hanno soccorso i bisognosi, i derelitti, i disprezzati nelle loro necessità. L’apostolo Giovanni nella sua prima lettera sintetizza: “Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1 Gv 3,18). La salvezza, dunque, è dono di Dio che viene accolto credendo in lui, e le opere sono la risposta positiva dell’uomo a tale dono. “Non chiunque dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21).

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