XXII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 30 agosto

a cura di don Giuseppe

Prima lettura. Deuteronomio 4,1-2.6-8

Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo. Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente. Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?

 

Il brano è tratto dal libro del Deuteronomio, i cui autori sono individuabili tra i membri dei circoli levitici, attenti alla storia e lucidi custodi della tradizione religiosa e culturale, vicini al profetismo e consapevoli dei pericoli che sovrastano il popolo, segnato da squilibri sociali e dimentico degli impegni dell’alleanza. Il libro si presenta come la raccolta di tre grandi discorsi pronunciati da Mosè alla vigilia della sua morte e dell’ingresso di Israele nella terra promessa. L’intento degli autori è quello di ricordare ai loro contemporanei la storia di elezione e di alleanza che li lega a YHWH: se la fedeltà ad essa è pegno di vita (cfr. Dt 4,1), l’infedeltà – in cui stanno vivendo – lo è di morte.

Il nostro brano si colloca, nel libro, subito dopo la rievocazione delle tappe del viaggio nel deserto. La prima parola: «Ascolta», è parola-chiave dell’intero Deuteronomio e, in un certo senso, di tutta la pietà ebraica. «Ascolta, Israele…» (Dt 6,4) recita l’inizio della pofessione di fede ripetuta quotidianamente dal pio israelita. Israele è chiamato, in forza dell’elezione divina, ad ascoltare la legge che YHWH gli dona e a ,etterla in pratica, senza alterarla (v. 2). Come effetto dell’obbedienza, Israele vicrà e avrà fama presso gli altri popoli. Si distinguerà da essi, e ciò sarà motivo di gloria: verrà riconosciuto come «popolo saggio e intelligente» (v. 6), le cui leggi e norme sono giuste (v. 8). Ancor più, la fedeltà all’alleanza, manifestata nell’osservanza della legge, renderà palese la vicinanza di Dio al suo popolo (v. 7): realtà, questa, impensabile per l’uomo, fonte di stupore e di gratidutine (cfr. Sal 34,19; 46; 145,18). 

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