V DOMENICA di PASQUA . 19 maggio 2019

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Apocalisse 21,1-5

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Dopo aver contemplato la sconfitta definitiva delle forze del male e il giudizio di Dio (19,11-201,15), il Veggente è reso degno di conoscere il risvolto luminoso di tale accanita lotta: la realtà che appare ai suoi occhi è caratterizzata da una novità radicale, sostanziale e universale: tutto il cosmo è coinvolto in tale trasformazione. L’universo segnato dal male – di cui il mare nella Bibbia è spesso simbolo – è sostituito da una realtà qualitativamente diversa (v. 1). Se già i profeti avevano vaticinato cieli nuovi e terra nuova (cfr. Is 65,17) e avevano presentato Gerusalemme come sposa di Dio (Is 62), il loro orizzonte restava però temporale e il riferimento immediato era la restaurazione materiale della città per l’intervento ricreatore di Dio. Ora Giovanni vede discendere dal nuovo cielo sulla nuova terra questa città-sposa, simbolo della dimora di Dio con gli uomini. È questo un tema che velatamente percorre tutta la storia sacra e, in un certo senso, ne indica anche il significato ultimo. Dall’intimità tra Dio e l’uomo nell’Eden, alla tenda della presenza (she khînah) che ha accompagnato il popolo di Israele nell’esodo, al tempio di Gerusalemme, fino all’incarnazione, Dio si è rivelato sempre più profondamente come l’Emmanuele, il “Dio-con”. Dopo la morte-risurrezione di Cristo, un nuovo, ultimo passo si sta compiendo nella rivelazione: l’uomo-è-con-Dio. Distrutto interamente il male (capitolo 20), un nuovo popolo appartiene pienamente al Signore, ed egli è eternamente «con-loro» (v. 3). Le citazioni dei profeti si susseguono per descrivere questa splendida realtà (Ez 37,27; Is 25,8; 35,10; 65,19) di comunione, di consolazione, di vita, di festa: qualcosa che l’uomo ancora non ha conosciuto – perché Dio è colui che fa nuove tutte le cose – e che tuttavia può fin d’ora in qualche modo pregustare, perché «se uno è in Cristo è nuova creatura: le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove» (2 Cor 5,17; Is 43,19).

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