III DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 24 gennaio

a cura di don Giuseppe

Prima lettura. Neemia 8,2-4.5-6.8-10

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

È l’anno 444 a.C. e a Gerusalemme, per la prima volta dopo l’esilio, il popolo è riunito in assemblea festosa per celebrare la Liturgia della Parola, a cui fa seguito un pasto in comune. Nel testo, che parla della promulgazione della legge fatta dal sacerdote e scriba Esdra, abbiamo la struttura tradizionale dell’assemblea liturgica. Con gioia si celebra l’alleanza, ma con lo sguardo rivolto al futuro: il popolo eleva a Dio la lode (v. 6), poi lo scriba, dall’alto del suo podio, apre il libro della legge e alcuni lettori scelti proclamano vari brani del Deuteronomio di fronte a tutta l’assemblea, in silenzioso ascolto. Segue la spiegazione del testo con parole di attualizzazione circa l’osservanza religiosa del patto (vv. 4s.). Il popolo – all’ascolto della parola di Dio che ci impegna – entra in conversione, piange il proprio peccato e il tradimento inferto all’alleanza (v. 9). Esdra allora interviene e, riconoscendo il sincero pentimento del popolo, invita tutti alla gioia, alla festa e al banchetto in onore del Signore, “perché questo giorno è consacrato al Signore” (v. 10). Ogni lutto o lamento deve essere bandito tra il popolo, avendo Dio condonato ogni debito e usato misericordia al suo popolo.

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