II DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 17 gennaio

a cura di don Giuseppe

Prima lettura. Isaia 62,1-5

Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora i popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.

Siamo al tempo dell’editto di Ciro che concede agli esuli ebrei di ritornare in patria e ricostruire la città  di Gerusalemme (538 a.C.). il testo riguarda la visione del profeta sulla città santa, avvolta dall’amore di Dio, ma descritta con una terminologia ricavata da una festa di nozze. È un annuncio salvifico di consolazione e di speranza: Dio è fedele, perdona e torna ad accogliere il suo popolo, anche se peccatore e lontano dal patto di alleanza. L’incontro del Signore con Gerusalemme è “giustizia”, cioè segno dell’azione salvifica di Dio; è “gloria”, segno della sua presenza amorosa in mezzo al suo popolo; è “salvezza”, in quanto egli si è ricordato del “resto di Israele” e ha manifestato la fedeltà del suo amore (cfr. Os 2,15-25). Il passo di Isaia ha una qualche sintonia con il vangelo (Gv 2,1-12). Prima il motivo dell’alleanza descritta con l’immagine di uno sposalizio: “Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio” (v. 3). Poi il motivo della gloria: “I popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria” (v. 2). Questi due motivi, presenti anche nel testo di Giovanni, sono applicati nella liturgia a Cristo.

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