DOMENICA XXIX "PER ANNUM" . 16 ottobre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Esodo 17,8-13

In quei giorni Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. Mosè disse a Giosuè: “Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio”. Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada.

 

“Sei tu il mio re, Dio mio, che decisi vittorie per Giacobbe. Per te abbiamo respinto i nostri avversari, nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori” (Sal 43,5s.). Queste parole del salmista commentano bene il significato dell’antico brano proposto dalla liturgia per confermare l’insegnamento evangelico circa la necessità di una preghiera persistente. Un testo tanto tormentato dal punto di vista della sua formazione ed esegesi storica, quanto chiaro e immediato per una comprensione spirituale. L’esito della battaglia contro Amalek – il forte nemico del popolo di Dio nel deserto – illustra bene secondo la tradizione giudaica la potenza della preghiera e, per i cristiani, la vittoria della croce. Mosè, infatti, mediatore fra Dio e il popolo deve continuamente chiedere aiuto perché, se viene meno la sua intercessione, il nemico prende il sopravvento. Notiamo che tale compito di intercessione è così gravoso che Mosè ha bisogno di essere sostenuto da altri: da Aronne e da Cur (cioè – secondo una suggestiva interpretazione etimologica proposta da Origene – dalla ‘parola’ e dalla ‘luce’). Solo così Giosuè (il cui nome ebraico equivale a Gesù, ‘Dio salva’) può vincere il nemico che impedisce al suo popolo di raggiungere la terra promessa. Inoltre non è possibile a chi ama il suo Signore crocifisso non coglierne la figura delineata in Mosè che sale sulla cima del colle per rimanervi con le braccia tese fra cielo e terra in un gesto eloquente di intercessione e di amore per il popolo.

Torna indietro