DOMENICA XIII "PER ANNUM" . 26 giugno

a cura di don Giuseppe

Prima lettura. 1Re 19,16.19-21

In quei giorni, disse il Signore ad Elia: "Ungerai Eliseo figlio di Safat, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto". Partito di lì, Elia incontrò Eliseo figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il decimosecondo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò". Elia disse: "Va’ e torna, perché sai bene che cosa ho fatto di te". Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.

 

Questo brano del primo libro dei Re appartiene al cosidetto ‘Ciclo di Elia” (1Re 17 – 2 Re 1): i capitoli che, attingendo a una preesistente storia di Elia, narrano le vicende, i miracoli, l’itinerario interiore del profeta. Elia fu sacerdote e proeta nato a Galaad, nel Regno del Nord, e visse nel IX secolo a.C., al tempo del re Acab. Egli è considerato dall’intera tradizione come l’uomo che incarna tutta la passione di Dio, le esigenze della sua alleanza e la radicalità della sua missione: “Sorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola” (Sir 48,1).

Immediatamente prima del nostro brano troviamo Elia sul Monte Oreb, là dove egli fa l’esperienza decisiva di Dio, in una intimità insieme delicata e consolante (1Re 19,1-18). Da questa rivelazione di Dio, personale e sorprendente, Elia impara nuovamente ad affidare al Signore tutta la propria missione e a ricevere dalle sue mani il piano e il messaggio profetico. A questo punto la sua vicenda si avvia verso la conclusione; l’ultimo comando del Signore per lui è che si scelga un successore: Eliseo, figlio di Safàt.

Al centro di questo episodio c’è il gesto di Elia che getta ilproprio mantello sulle spalle di Eliseo. È un gesto che indica il ‘passaggio di proprietà’: Eliseo, avvolto dal mantello, ormai non si apartiene, ma appartiene a Dio e alla sua missione profetica. Anche Eliseo, come quel tale nel brano del Vangelo di Luca (9,61s.), è posto dinanzi alla sua nuova e autentica identità, che lo chiama a lasciare tutto: a sradicarsi dalla sua realtà, dalla sua famiglia, per abbraciare totalmente l’avventura che Dio gli pone davanti (v. 20). Questa nuova coscienza di se stesso, è espressa visibilmente da Eliseo nel gesto di uccidere i buoi e bruciarne le carni per darle come cibo alla sua gente.

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